PINOCCHIO DI GUILLERMO DEL TORO. (Guillermo del Toro's Pinocchio - 2022)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Guillermo del Toro, Mark Gustafson
Sceneggiatura di: Guillermo del Toro, Patrick McHale
Storia di: Guillermo del Toro, Matthew Robbins
Storia originale di: Carlo Collodi
Prodotto da: Alexander Bulkley, Corey Campodonico, Guillermo del Toro, Lisa Henson, Gary Ungar
Produzione: Netflix Animation, The Jim Henson Company, Pathé, ShadowMachine, Double Dare You, Necropia Entertainment, Netflix
Animazioni: The Jim Henson Company, ShadowMachine
Edizione Italiana: Netflix
USCITA ITALIANA: 9 DICEMBRE 2022
Il capolavoro di Carlo Collodi trova probabilmente la sua trasposizione più cruda, genuina, calzante come un guanto sia sotto l'aspetto narrativo che realizzativo. Il tutto grazie ad un produttore e regista particolarmente legato alle storie che orbitano intorno al primo conflitto mondiale e non solo.
La storia del burattino di legno che prende vita è ormai nota a tutte le generazioni. Un falegname di un piccolo paesino italiano perde il giovane figlio a causa del primo conflitto mondiale e, disperato, realizza un burattino perché riempia il vuoto lasciato dal piccolo. Magicamente questo burattino si anima ma, invece di confortare il vecchio falegname, si rivela più problematico che altro, pieno di vita e anche di curiosità verso qualunque cosa, atteggiamento che lo metterà continuamente nei guai e farà disperare il padre che partirà in un viaggio per salvarlo da chi lo vuole sfruttare e mostrare come fenomeno da baraccone.
La presenza del nome del regista messicano sul titolo dell'opera non è un segno di vanità, piuttosto un indicazione della personalizzazione che Del Toro apporta alla storia di Collodi. E' importante da sottolineare questo proprio per la direzione che tutto il progetto ha preso dal suo inizio, dal cambio di passo rispetto a qualunque altra versione, con una rivisitazione degli stessi ruoli dei personaggi presenti e al loro preso nella vicenda, fino ad arrivare alla scelta della tecnica realizzativa. Tanti pezzi di un puzzle il cui risultato è ottimo sotto molti punti di vista e adatto sia alle nuove che vecchie generazioni di spettatori.
La storia si presenta come una lunga narrazione da parte del Grillo Parlante, mentre Pinocchio non è il protagonista che molti adattamenti hanno sempre messo in primissimo piano. La vicenda invece si sviluppa come un lungo viaggio da parte di un padre che non vuole perdere due volte il proprio figlio, mentre dall'altro lato si tende a sottolineare più volte che il burattino e il primo figlio del falegname sono due figure diverse. Un lungo sguardo al passato, inoltre, lega maggiormente queste due figure. La storia poi comprende alcuni nuovi personaggi, con altri più classici eliminati del tutto, rendendo l'originale di Collodi più che altro uno scheletro su cui modellare una nuova pelle. Gli intrecci con il periodo storico italiano sono molto più marcati, con l'ingresso in scena anche di simboli, elementi e persino figure (caricaturate) dell'epoca.
L'estro di Del Toro poi si manifesta con gli accenni più fantasy, tra personaggi, luoghi e interventi nella storia, elementi che si ritrovano nella sua filmografia, una firma quasi inconfondibile. Non va dimenticato che il titolo è principalmente una commedia/musical, anche se colori e toni sottolineano meravigliosamente il momento storico non felice, quella vita apparentemente semplice che poche persone hanno voluto cambiare in peggio. Un dolce-amaro tipico di pellicole di un secolo fa, un cinema d'epoca ormai dimenticato, lontano dai colori e dall'ottimismo che molti adattamenti hanno invece spesso (forse un po troppo) esaltato.
Infine è impossibile non lodare il magistrale lavoro di realizzazione di personaggi e scenografie con le animazioni in stop-motion. Dettagli impeccabili sottolineati anche da primi piani ravvicinati a cui poche produzioni che usano questo stile visivo si spingono. Una scelta del suo autore più che premiata e che gli studios del grande Jim Henson e ShadowMachine hanno saputo portare a termine.
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(Guillermo del Toro's Pinocchio - 2022)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Guillermo del Toro, Mark Gustafson
Sceneggiatura di:
Guillermo del Toro, Patrick McHale
Storia di:
Guillermo del Toro, Matthew Robbins
Storia originale di:
Carlo Collodi
Prodotto da:
Alexander Bulkley, Corey Campodonico, Guillermo del Toro, Lisa Henson, Gary Ungar
Produzione:
Netflix Animation, The Jim Henson Company, Pathé, ShadowMachine, Double Dare You, Necropia Entertainment, Netflix
Animazioni:
The Jim Henson Company, ShadowMachine
Edizione Italiana:
Netflix
USCITA ITALIANA: 9 DICEMBRE 2022
Il capolavoro di Carlo Collodi trova probabilmente la sua trasposizione più cruda, genuina, calzante come un guanto sia sotto l'aspetto narrativo che realizzativo. Il tutto grazie ad un produttore e regista particolarmente legato alle storie che orbitano intorno al primo conflitto mondiale e non solo.
La storia del burattino di legno che prende vita è ormai nota a tutte le generazioni. Un falegname di un piccolo paesino italiano perde il giovane figlio a causa del primo conflitto mondiale e, disperato, realizza un burattino perché riempia il vuoto lasciato dal piccolo. Magicamente questo burattino si anima ma, invece di confortare il vecchio falegname, si rivela più problematico che altro, pieno di vita e anche di curiosità verso qualunque cosa, atteggiamento che lo metterà continuamente nei guai e farà disperare il padre che partirà in un viaggio per salvarlo da chi lo vuole sfruttare e mostrare come fenomeno da baraccone.
La presenza del nome del regista messicano sul titolo dell'opera non è un segno di vanità, piuttosto un indicazione della personalizzazione che Del Toro apporta alla storia di Collodi. E' importante da sottolineare questo proprio per la direzione che tutto il progetto ha preso dal suo inizio, dal cambio di passo rispetto a qualunque altra versione, con una rivisitazione degli stessi ruoli dei personaggi presenti e al loro preso nella vicenda, fino ad arrivare alla scelta della tecnica realizzativa. Tanti pezzi di un puzzle il cui risultato è ottimo sotto molti punti di vista e adatto sia alle nuove che vecchie generazioni di spettatori.
La storia si presenta come una lunga narrazione da parte del Grillo Parlante, mentre Pinocchio non è il protagonista che molti adattamenti hanno sempre messo in primissimo piano. La vicenda invece si sviluppa come un lungo viaggio da parte di un padre che non vuole perdere due volte il proprio figlio, mentre dall'altro lato si tende a sottolineare più volte che il burattino e il primo figlio del falegname sono due figure diverse. Un lungo sguardo al passato, inoltre, lega maggiormente queste due figure. La storia poi comprende alcuni nuovi personaggi, con altri più classici eliminati del tutto, rendendo l'originale di Collodi più che altro uno scheletro su cui modellare una nuova pelle. Gli intrecci con il periodo storico italiano sono molto più marcati, con l'ingresso in scena anche di simboli, elementi e persino figure (caricaturate) dell'epoca.
L'estro di Del Toro poi si manifesta con gli accenni più fantasy, tra personaggi, luoghi e interventi nella storia, elementi che si ritrovano nella sua filmografia, una firma quasi inconfondibile. Non va dimenticato che il titolo è principalmente una commedia/musical, anche se colori e toni sottolineano meravigliosamente il momento storico non felice, quella vita apparentemente semplice che poche persone hanno voluto cambiare in peggio. Un dolce-amaro tipico di pellicole di un secolo fa, un cinema d'epoca ormai dimenticato, lontano dai colori e dall'ottimismo che molti adattamenti hanno invece spesso (forse un po troppo) esaltato.
Infine è impossibile non lodare il magistrale lavoro di realizzazione di personaggi e scenografie con le animazioni in stop-motion. Dettagli impeccabili sottolineati anche da primi piani ravvicinati a cui poche produzioni che usano questo stile visivo si spingono. Una scelta del suo autore più che premiata e che gli studios del grande Jim Henson e ShadowMachine hanno saputo portare a termine.